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Notizie Nazionali

D.P.C.M. del 16.01.2007: assenza del Ministero della Difesa dal decreto per bandire concorsi interni ed esterni per l'assunzione di 2305 dipendenti nelle varie posizioni economiche.

Roma,

Questa O.S. esprime la propria disapprovazione per l’assenza del Ministero della Difesa dal D.P.C.M. del 16.01.2007 con il quale si autorizzano le Amministrazioni in elenco al Decreto a bandire concorsi interni ed esterni per l’assunzione di 2305 dipendenti nelle varie posizioni economiche.

Lo sconcerto di quanto previsto in tale Decreto è che sono previsti, per il ministero dei BENI CULTURALI e per il ministero dell’INTERNO passaggi tra le aree con la previsione non solo del doppio salto ma addirittura del triplo.

È paradossale che in tutte le altre amministrazione siano ormai scomparsi i dipendenti appartenenti all’area A mentre nel Ministero della Difesa non solo rimangono oltre 1200 nostri colleghi ancora in A1S ma le procedure di riqualificazione in atto oltre ad essere lunghe, farraginose, discriminanti ed inique saranno pagate con i soldi del FUA.

Sono anni che con forza e determinazione chiediamo ma inutilmente, ai vari Ministri e Sottosegretari che si sono succeduti e al Direttore di Persociv, atti concreti che prevedano il passaggio di tutti gli A1S alla posizione economica B1: le richieste sono rimaste del tutto inascoltate, in molti si sono fatti beffa di noi.

Cari colleghi, oggi non solo scopriamo che altre amministrazioni prevedono i passaggi tra le aree, ma addirittura che le risorse economiche sono disponibili dalla finanza generale e che sarebbe bastato rideterminare gli organici per poter richiedere una quota di passaggi anche per l’amministrazione Difesa.

Ricordiamo che questa amministrazione ha una dotazione organica prevista di 43.000 dipendenti a fronte di circa 32.000 presenze: vorremmo capire se questa differenza reale dovrà essere ricoperta e quindi ad esclusivo vantaggio di personale militare (non idoneo o in esubero) che transiterà nei ruoli civili del ministero della Difesa.

Rimaniamo sconcertati di fronte a tale inusitata indifferenza con cui i nostri dirigenti (che, ricordiamolo, hanno preteso oltre 400.000 euro di nostri soldi destinati al FUA) e politici di turno tengono conto delle legittime aspettative, per noi legittimi diritti, di progressione professionale ed economica di lavoratori che da oltre vent’anni non vedono riconosciuto il loro lavoro.

 

CHIEDIAMO CHE QUESTI SIGNORI SI ATTIVINO IMMEDIATAMENTE CON GLI ORGANI PREPOSTI PER DARE UNA DEFINITIVA SOLUZIONE ALLE LEGITTIME ASPETTATIVE DEI LAVORATORI.

BASTA CON LE PRESE IN GIRO, CON CLIENTELARI E CONTORTI MECCANISMI DI RIQUALIFICAZIONE.

VOGLIAMO UNA RIQUALIFICAZIONE CHE PERMETTA A TUTTI I LAVORATORI LA POSSIBILITA’ DI PROGRESSIONE ECONOMICA E GIURIDICA, NON COME SOLUZIONE DEFINITIVA ALL’ANNOSO PROBLEMA DEL RICONOSCIMENTO AL DIRITTO DI CARRIERA, MA COME PRIMA COMPETENZA DELLA MAGGIORE PROFESSIONALITA’ E FLESSIBILITA’ RICHIESTA ED OTTENUTA DAI PROPRI DIPENDENTI.